GIOVEDÌ 3 APRILE 2025
DALLE 18.15
FONDAZIONE FRIULI, VIA GEMONA 1, UDINE
Conferenza tenuta da Taher Djafarizad.
La storia come l’attualità dei paesi islamici come Iraq, Arabia Saudita, Emirati, Pakistan, e dell’Iran in particolare, resta in Italia e in Europa, nonostante la massiccia presenza islamica, ancora marginale. Eppure, anche da qui è possibile un’azione politica: ad esempio, quando nel 2007 venne alla ribalta il caso di Sakineh, condannata a morte per adulterio tramite lapidazione, è stato possibile ingaggiare, in Francia come in Italia, una lotta contro la sua esecuzione, tanto che Sakineh fu liberata anche grazie alla traduzione, effettuata dall’Associazione NedaDay di Pordenone, di tutti gli atti relativi al processo, depositandoli presso il Parlamento Europeo.
Tuttavia la lotta per i diritti delle donne, non solo in Iran , ma in tutto il mondo islamico, resta necessaria. In particolare in Iran le donne usufruiscono della metà dei diritti rispetto agli uomini: ad esempio, la loro testimonianza vale mezzo rispetto a quella degli uomini; da quando la repubblica islamica ha preso il potere nel 1979 devono avere l’autorizzazione di un uomo (marito, padre, fratello e perfino figlio) per poter viaggiare all’interno del paese o per poter assistere ad eventi sportivi pubblici.
In questo caso nel 2014 il Comune di Firenze, su pressione dell’Associazione NedaDay, ha assicurato “pieno sostegno alla protesta delle donne contro il divieto delle autorità iraniane, di accedere agli impianti sportivi, come si legge in una risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale. Quando il 16 luglio 2016 di fronte al Man dela Forum di Firenze, dove si svolgeva la World League Final Six di pallavolo si è svolto un presidio per protestare contro il divieto alle donne in Iran di accedere agli impianti sportivi, ma le autorità iraniane hanno riconfermato la prassi di vietare alle donne (che rappresentano il 53% su un a popolazione di 80 milioni) l’accesso allo stadio, nonostante i biglietti già distribuiti.
Di nuovo, l’usanza contro le spose bambine, diffusa in tutto il mondo islamico, in Italia non era tutelata da alcuna legge, a differenza dalla Svezia, dove nel 2014 era stata varata una legge ad hoc Sempre su iniziativa dell’Associazione NedaDay , tale legge è stata tradotta e portata a Roma brevi manu, in Senato. Oggi è divenuta legge italiana ( all’interno della legge, entrata in vigore il 9 agosto 2019, conosciuta come “codice rosso”), anche se si necessita ancora di farla conoscere presso le questure, i centri immigrati, nelle scuole, nelle moschee, negli ambulatori familiari. In altre parole, la diffusione di una conoscenza circa situazioni specifiche, legate ad altre culture e religioni, può essere utile a modificare tali situazioni nelle loro terre e a impedire che pro seguano qui, una volta trapiantate nelle nostre.
Diretta Zoom solo per soci e socie, come la possibilità di riservare posti dietro prenotazione per le conferenze di Vittorio Lingiardi (8 maggio) e Alessandro Barbero (29 maggio).
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